Recensioni
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tratta da russellsmusicreviews.blogspot.com
And this is Giorgio’s fourth album, from 2008. Swathes of synths cut across the start of the title track, like a slowly moving ice shelf in the sped up camera sequences. As the title track comes in three parts, I assume this is Tempeste Elettromagnetiche.
The Radioanima segment of the track is like a particularly strident Edwyn Collins in a rather gothic mode. Isofrequenze is the final segment, a minimal instrumental piece. Liberi surprises with a more routine indie song with gothic tinges, but has some lovely singing and chiming restrained guitar. After another orchestral piece, Speranze Tradite, we reach La Porta a plodding track, in his now familiar gothic style. Ricordi Improvvisi is a lovely searching, solemn piano instrumental; Inno is lost alone in space psychosis, eerie and unsettling and on Wie Wird Meine Zukunft? he does a deathly slowly Get Back steal, set to morbidly feeling lyrics.
The rather beautiful understated epic Pensieri Immortali closes proceeding on an interesting and at times lovely album.
 
tratta da devor-rock.be
Cela fait quelques temps que ce disque m'était arrivé un peu par hasard. Les hasards d'internet d'ailleurs.
Je n'avais pas encore pris le temps de l'écouter. Et pourtant si vous voulez apprécier la beauté de ce disque, vous devez prendre le temps de l'écouter car celui-ci se déguste en douceur. Ce n'est pas du fastfood musical. L'auteur de ce disque est milanais, il le compose et le réalise seul, il l'autoproduit aussi. Il prend son temps. Cet album est sorti l'année dernière. Un nouveau devrait d'ailleurs arriver d'ici fin de l'année. Attention qui dit autoproduction, ne dit pas forcément fait avec des bouts de ficelle. L'emballage est classe et le contenu aussi. Musicalement, ce disque joue entre des parties indie-pop et d'autres plutôt progressives voir ambient. Les mélodies sont finement travaillées et ses textes posent souvent des questions existentielles sur la liberté, l'existence sans tomber dans une certaine forme de mièvrerie. Et certains silences permettent à votre esprit de s'interroger sur ces propos. A noter que la plupart de ces textes sont en italien à l'exception d'un en allemand.
Une découverte heureuse que l'album de cet artiste italien.

(LS)
 
tratta da musicalnews.com
Oasi di cemento (nel 2005), I Colori che cambiano (2006), Dentro ai tuoi sogni (2007) e Radioanima (2008): con una puntualita' certosina, l'artista milanese ogni anno mette sul mercato i suoi album. L'ultimo e' ancora piu' sussurrato ed un po' cupo.
Se cercate tonalita' alte e crescendo con più di 7 ottave di estensione, non e' il caso che vi avviciniate alla produzione di Giorgio Maggiore: se siete ammaliati da gorgheggi in falsetto o altri voli pindarici sul pentagramma, allora tutta la sua produzione e' fuori dai vostri orizzonti. Se invece anche voi componete ed ammirate Franco Battiato e ve ne fregate del fatto che non abbia una bella voce, allora benvenuti in questa galassia fatta di arcobaleni magici, con tante paure passate e rime baciate ma quasi nonsense. La sua biografia dice che Giorgio Maggiore nasce a Milano il 29 Marzo 1964: tra il 1973 ed il 1977 ascolta ripetutamente L'Incompiuta di Franz Schubert ed i dischi dei Pink Floyd del primo periodo, dei Genesis di Peter Gabriel e dei Beatles: le costruzioni semplici di alcune canzoni di questi maestri, sono ben presenti nella linearita' con cui Giorgio Maggiore assembla i suoi pensieri e li porta in musica. Nel 1978 impara a suonare la chitarra acustica mancina esercitandosi con gli accordi delle canzoni dei Beatles, Rolling Stones, Who e Pink Floyd di Syd Barrett: posso ardire e dire che in piccolo Giorgio Maggiore e' proprio un figlio minore di questo guru musicale? Il 22 dicembre del 2005 pubblica il suo primo cd, intitolandolo Oasi di Cemento che contiene 14 tracks, 11 cantate e 3 strumentali. Da questo momento la sua produzione diventa catarchica ed ogni anno (quasi stesse seguendo un copione o la ricetta di un medico dell'anima..) puntualmente pubblica un cd completo, cosi' vi ho raccontato all'inizio.
Cosa distingue questo quarto cd dalla precedente produzione? Forse un senso di nostalgia che la copertina rappresenta subito nella sua dicotomia: il blu scuro e' l'anticamera di un tramonto gia' avvenuto o di una stagione scura, il tutto in netto contrasto con quella mega parabola che invece rappresenta la ricerca atavica di comunicazione e quindi della nuova luce. Radioanima viene pubblicato a Luglio 2008, in seguito alla masterizzazione ed alla realizzazione grafica effettuata con la preziosa collaborazione di Mauro Berchi. Il mese precedente, Giorgio realizza due nuovi brani strumentali caratterizzati da ritmi incalzanti, scanditi da percussioni africane. Potrebbero far parte della track list del suo futuro quinto album che attendevamo entro questo 2009: vedrete che ci sconcerta di nuovo, magari arrivando ad una elettronica piu' minimale, con pennellate di Bauhaus se non addirittura di Cure.
Oppure proseguira' con quel filone che ha portato il suo Valzer della routine' ad essere tra i piu' programmati dal format radio de Il Re del Gancio.
 
tratta da stereoinvaders.com
Stabile dinanzi a un muro chilometrico sul quale, come caratteri cinesi marchiati sul marmo, migliaia e migliaia di nomi appartenenti a vite strappate in atroci ed aspre battaglie si materializzano lentamente come banchi di nebbia, offuscando i miei pensieri, facendomi scorrere visioni catatoniche stupefacenti dove l'immobilismo si fa tetragono alternando attimi ecolalici culminanti nel classico effetto della parola a disco rotto.
Coerenza e instabilità, questo è Giorgio Maggiore nella sua quarta fatica discografica “Radioanima“, CD curato dettagliatamente nei minimi particolari, raffinato, produzione di qualità, artwork ragionato, sonorità del tutto originali e poco accostabili al background del metallaro medio, ma nei solchi del CD non troverete certamente nulla di minimamente metallico, solo colori e sensazioni, baci e dolci carezze talvolta schiacciati da oppressivi pensieri, che rotolano nella psiche umana per tamponare ferite in costati maculati e martoriati dell'essere in procinto al suicidio.
La musica del compositore milanese non è né avantgarde né retrogarde (passatemi il termine), né nulla di già riproposto, io la definirei come ciò per cui una certa cosa è quello che è, e non un'altra cosa. Nelle corde di Giorgio Maggiore c'è tanto pianoforte e tastiere e chitarre acustiche che, spesso sognanti, svariano in delicate atmosfere in tonalità maggiori che vanno a creare un involucro decisamente pregno di positività fino a quando il musicista cozza contro la persona bucando tale protezione, abissandosi in territori depressivi e oscuri, sfruttando un po' l'effetto colonna sonora. Facendo tutto da sè, il cantautore incappa in qualche errore rilevante nella sezione vocale, non nascondo infatti che proprio le songs strumentali siano le mie preferite e che una magnifica “In Fondo All'Anima“ degna di un testo poetico, con songwriting azzeccato e belle chitarre acustiche, venga annientata dalla prestazione fiacca e impresentabile delle vocals. Mi sento di consigliare un cantante in ingresso nella line-up del milanese o di usufruire di collaborazioni magari anche con voci femminili che si sposerebbero al tip top con le eteree e intense d'energie sognanti, atmosfere proposte con maestria da Giorgio Maggiore. Complimenti per questa release e grazie all'alito vitale poetico di un artista che puo' sgretolare muri di mattoni e tradizioni che tanto bloccavano fino a qualche tempo fa gli intransigenti ascoltatori rock, ad oggi sappiate che sognare è lecito, e cibarsi di “Radioanima“ sembra una concreta soluzione.

Il Francese 899
 
tratta da adnsound.com
Giorgio Maggiore … Radioanima, Des ondes, des nappes, une ambiance aquatique ou céleste … On est en suspension ! L’Île de San Giorgio Maggiore, parfois appelée en français, Saint-Georges-Majeur, est une île de Venise, située face au Palais des Doges, à l’entrée du Grand Canal. Elle est séparée de l’île de la Giudecca par le petit canal de la Grazia et est baignée par le canal de la Giudecca, le bassin de Saint-Marc et le canal de Saint-Marc au sud de la lagune. Elle fait partie du quartier de Saint-Marc. L’île peut être considérée  comme une zone franche.
L’album de Giorgio Maggiore est une enfilade de réflexion et de question. Sur certains titres, ils nous parlent, puis laisse le temps de la réflexion par un morceau instrumental. Les thèmes : l’identité, la liberté d’échange, et notre futur…. Comment allons nous le construire ?…..Pour lui, avec une grande douceur…La douceur de son Anima : Âme à l’italienne : fluide, belle, puissante, romantique …mystérieuse, un peu inquiétante.
Sa voix chaude, proche de celle de Jim Morrison me fait regretter d’être limité en italien. Je ne peux malheureusement percer ses méandres….Juste écouter et ressentir !

Meeloo
 
tratta da liabilitywebzine.com
Giorgio Maggiore continue son petit bonhomme de chemin, sans ambition particulière mais toujours avec le souci de se faire plaisir ainsi qu’à ceux qui prennent le temps d’écouter sa musique. Radioanima est son dernier album et celui-ci se présente sous un digipack de bonne facture, abandonnant les boitiers cristaux et impersonnels de ses précédents disques.
C’est le signe en tout cas que le milanais prend les choses un peu plus au sérieux même si le personnage reste assez décontracté. Radioanima est comme une suite logique de I Colori Cha Cambiano et de Dentro Ai Tuoi Sogni mélant ses aspirations acuareliennes et ses divagations synthétiques. En soit rien de bien neuf chez l’Italien mais celui-ci affine son univers sonore et mélodique, se donnant plus d’assurance et d’ampleur. Maggiore se risque même à chanter en Allemand sans tomber dans le ridicule (Wie Wird Meine Zukunft ?). Il faut au moins lui reconnaitre cela. Il n’est peut-être pas l’artiste le plus inventif de sa génération mais sa profonde probité, son humilité et sa sincérité font de sa musique quelque chose qui dépasse largement le simple domaine de l’acceptable.
Ainsi, Radioanima se doit d’être écouté les oreilles grandes ouvertes. Sur ce disque en appesanteur Maggiore se livre à nous avec la sérénité qu’ on lui connait. Cela ne l’empêche pas de se poser des questions existentielles. L’homme, en effet, s’interroge et cherche visiblement à sensibiliser son auditoire sans tomber dans la mièvrerie et le racolage de bas étage. Il ne fait que suggérer avec sobriété mais, aussi, une réelle conviction. Les longues plages instrumentales sont peut-être là pour laisser aux textes de l’Italien faire leur chemin. Ceci dit, les divagations sans paroles se retrouvaient déjà sur les albums précédents, comme une marque de fabrique. Alors advienne que pourra. Son univers à mi-chemin entre l’indie-pop et la musique progressive n’a pas à rougir de ce qu’il est. Son côté un peu daté a son charme et révèle un amour certain pour les mélodies finement travaillées. Tout le monde ne peut pas en dire autant.

Fabien
 
tratta da reflectionsofdarkness.com
Firstly, I don't know what the technical name is for the style of packaging this album comes in, but it is rather fabulous - like an old fashioned vinyl LP package but CD sized (two thumbs up for that alone). Secondly, I don't know why but I seem to increasingly receive albums that are heavy with unpronounceable (to my English conditioned tongue) song titles, meaning that if I were to describe this album verbally the tracks would be referred to numerically rather than by title - at least as I'm typing this I can write the track list down before hand and copy and paste when needed.
Giorgio Maggiore is an Italian artist who has been around in one form or another since the early eighties playing with several bands before embarking on a solo career making ambient, electro-acoustic new wave. There is a definite pop sensibility to his writing style which comes across on all his multi-genre straddling tracks which helps in balancing out the progressive sounds with ethnic folk vibes. Needless to say it's all very relaxing too.
The album's first track ' Radioanima' is a three part nine minute epic of an opener starting with an instrumental section that sounds like it was penned by Brian Eno for Anathema that slips into an ethnic drum driven piece of uplifting acoustic pop before slipping back into another haunting instrumental section. The next track 'Liberi' sounds a lot like the middle section of 'Radioanima' but has the added attraction of some guitar distortion to kick it up a notch and give it a slightly punkier edge. 'Speranze Tradite' has a piano introduction that reminds me of the intro to The Damned's 'Melody Lee', but instead of that sudden switch into catchy punk, we find ourselves going further down the rabbit hole on a wave of relaxation. The following track 'La Porta' is a seven minute Latin crooning ballad off set with ambient keyboard work that could easily find itself on the closing credits of a modern spaghetti western, at seven minutes though it does tend to drag on, which isn't helped by the next track being the instrumental 'Rintocchi' which despite being a different arrangement of instruments, does have a very similar lead guitar line. 'Inno' is the ultimate counterpoint to all the previous tracks on the album, sounding like it has been lifted from an eighties sc-fi series, it is very Brian Eno again. 'Wie Wird Meine Zukunft?' comes off with an almost neo-folk vibe but maintains a very light pop guitar line all the way through, which makes it interesting listening, especially when the distortion makes another, if somewhat subdued, return. Giorggio's voice strangely suits the delivery of the German lyrics very well too. ' In Fondo All'anima' however kind of gives me a Nick Cave vibe... not in the sound or way its delivered, but in its atmosphere, there feels like there is something sinister lurking just below the tranquil surface of this slice of ambient new wave which makes it very hard to not try and dissect it.
On the whole this is a well thought out album. Though I'm not used to so many instrumental pieces so bunched together, it certainly doesn't detract too much from the arc of the album's progression. What I will say is that some of it does feel repetitive in its reuse of certain sounds and instruments, which probably wouldn't matter if you were able to get lost in the songs, but the repetition does become very clear when you are suddenly confronted with a drastically different track such as 'Inno'. I could see this guy being paid obscene amounts of money to score films and computer games very soon.

by Sean M. Palfrey
 
tratta da dieshellsuit.co.uk
A veritable magpie’s nest of an album, Giorgio Maggiore marries up a Vangelis-does-Pink-Floyd aesthetic with, by turns, Laibach-lite (Wie Wird Meine Zukunft?), Lou Reed en Italia (Liberi) and various ‘thoughtful bits’ from Bond films (pretty much everything else). It’s semi-classical, it’s Jazzed-out, it’s Flamenco-ed, it’s a pristine-sounding work of cinematic grandeur with a few tracks carrying on for three or four minutes more than they need to. Any directors out there looking to soundtrack their latest 1980s-noir should pay Signor Maggiore a visit pronto - others may find it background music in search of a foreground.

by Palmer Eldritch
 
tratta da losthighways.it
Il blu livido che veste Radioanima si rivela la dimensione in cui sentire questa musica d’anima, una bolla sospesa d’aria ed acqua in cui trovare un respiro diverso e, ad occhi chiusi, mettersi in ascolto di sensazioni che si fanno immagini, di movimenti che si tramutano in colori, di gesti o suoni che prendono corpo di luce, di tempo, di luogo, di segno, di stretta. La musica dentro questo blu è l’armonia tra dieci tracce… impronte della ricerca di un linguaggio, di un anelito di libertà, orme di pazienza e cura.
Le mani di Giorgio Maggiore fanno degli strumenti degli elementi da combinare in un gioco alchemico perché i metalli si trasformino in Ricordi improvvisi o Tempeste elettromagnetiche, il legno in Pensieri immortali o Speranze tradite, l’avorio in un Inno e la pelle ne La porta o in Rintocchi. A volte intervengono le parole. A volte il suono della lingua è solo melodia. Così la scrittura, come una cifra, partecipa all’alchimia e diventa gesto, sonorità, linea sottile su cui sognare disegni, acqueforti, tele o schermi, i film di Murnau o Wiene, una passeggiata tra gli alberi sottili di Schiele, una sosta di fronte alla finestra di Sudek. “Non c’e’ un solo gesto che non corra il rischio di essere un’operazione di magia” (Jeorge Luis Borges). La combinazione degli elementi lascia visibile la memoria dell’anima, sta nelle tracce di rock, di progressive, di new wave, ma trova forma nuova, quella di una musica che è ambiente, che è suolo ed altezza in cui sostare, portare i propri passi, sentire. Maggiore ha scelto di produrre i suoi lavori, ma, soprattutto, ha scelto di suonarli da sé.
Una scelta che fa dell’arte del polistrumentista l’espressione di un essere, la voce di un’anima, un volto da ascoltare, un pensiero da udire. Per questo Radioanima è intimo, ma non tanto, o meglio non solo, come atmosfere, sa di intimità, dell’intimità che sta dietro gli occhi, quella che resta inviolabile eppure mai troppo distante da non poter essere intuita, condivisa, accarezzata. Nelle sue dieci tracce, nei suoi dieci respiri, è un corpo solo, unico e solitario, ma proteso verso l’altro, un segno da com-prendere, da ac-cogliere, a cui aprirsi, un segno che profuma di cura, dell’amore che l’ha immaginato, tracciato, inciso sull’aria da ispirare.
“Nel mezzo dell’ente nel suo tutto, domina un luogo aperto. C’è un’illuminazione” (Martin Heidegger).

di Valentina Di Cecco
 
tratta da ilcibicida.com
E' inutile stare qui, per l’ennesima volta, a far finta di niente: ogni nuovo album di Giorgio Maggiore è una piccola “grande” piacevolissima scoperta. Giunto alla sua quarta autoproduzione  dopo “Oasi di cemento” (2005), “I colori che cambiano” ( 2006) e “Dentro ai tuoi sogni” ( 2007)  il cantautore milanese realizza un perfetto, quanto delicato, gioco di bilanciamenti tra ballate elettroniche di stampo marcatamente italian new wave (leggi alla voce “Diaframma”) e di vellutate composizioni strumentali che, con la dovuta riverenza, citano i Beatles di “Something” (Inno)e gli ultimi Pink Floyd di “Marooned” (Speranze tradite). Con Radioanima, questo il titolo dell’album in commento, Maggiore trasmette su frequenze disturbate e lontane, messaggi di autentica sanguinante poesia, condannati ad un destino ineluttabile: eccoli lì, pronti a scagliarsi senza timore alcuno contro le solide e fredde recinzioni della realtà. Solo dei minuscoli frammenti sopravvivono all’impatto.
E tu che sei il testimone oculare di tutto ciò, non puoi fare altro che raccogliere il tutto, nasconderlo dentro la tasca e correre via, il più distante possibile. Le canzoni di Maggiore sono fatte così, ti raccontano a bassa voce quello che c’è là fuori: le autostrade che non hai mai percorso (Ricordi improvvisi) o gli orizzonti che finora hai solo immaginato (Rintocchi), svegliando “qualcosa” dentro te.
E' ora di vivere, canta Maggiore in Liberi  brano che, a nostro modesto avviso, si candida seriamente a divenire il manifesto della sua intera produzione  e del resto, come dare torto ad uno che le lettere ama scriverle ancora a mano, con quel tremolare dell’inchiostro, che è proprio delle emozioni vere.

di Vittorio Bertone
 
tratta da artistsandbands.org
Torna, dopo aver attraversato i territori Dark/Wave dei primi due lavori e le più complesse costruzioni sonore Progressive ed Ambient del terzo capitolo della sua discografia, il compositore e polistrumentista milanese Giorgio Maggiore. Torna con il suo quarto capitolo intitolato Radioanima, un titolo che già si fa segnalatore e spia di quello che il musicista lombardo vuole presentarci.
Questa sua quarta opera continua il discorso intrapreso già l'anno scorso con Dentro ai Tuoi Sogni e quindi ritroviamo composizioni più lunghe ed articolate, 4 sono i brani oltre i 5 minuti, partiture e strutture strumentali più complesse ed articolate e ritroviamo quindi quella miscela di Progressive Rock ed Ambient, elettronica ed acustica che aveva già ben figurato nel precedente capitolo, questa volta però Giorgio Maggiore usa questa base musicale, questo tappeto sonoro per incentrare su di esso una costruzione emozionale che punta direttamente all'anima e qui titolo non poteva essere più azzeccato, con 10 composizioni dal carattere intimistico ed introspettivo, una volontà da parte dell'autore, peraltro evidenziata anche nel testo del brano che apre e da il titolo all'album, di sintonizzarsi sulle frequenze dell'anima, guardando all'essere più che all'apparenza, alla concretezza ed alla verità più che all'effimero ed alla bugia. Il già citato brano "Radioanima" è sicuramente il pezzo più riuscito ed indicativo dell'opera di Giorgio Maggiore, un brano che indubbiamente rende il merito al compositore milanese di aver saputo veramente costruire uno "strumento" in grado di trasmettere all'anima, un brano in cui anche la parte vocale, da sempre, punto debole di Giorgio Maggiore si dimostra adeguata e "sintonizzata sulle giuste frequenze". Lo strumentale "Speranze Tradite" si riallaccia direttamente ai bei capitoli strumentali già presenti in Dentro ai tuoi sogni, come "Bagliori di Luce", o ancora la chitarra protagonista di "Rintocchi", brano raffinato, estatico e sognante, l'incedere lento e soave di "Ricordi Improvvisi", la coincisa e lineare bellezza di "Inno", brano stupendo, dal carattere epico e coinvolgente, pur nella sua apparente "semplicità", proprio come un inno. Un temerario viaggio è invece "Wie Wird Meine Zukunft" con il testo in tedesco, forse una sorta di omaggio al krautrock?
E non si poteva chiudere che con un altro rimando/richiamo all'anima, dopo la trasmissione dell/all'anima si arriva "In Fondo all'Anima", con una ballata dal sapore intimo ed introspettivo, dove le chitarre giocano tra loro in un ricco intrecciarsi di accordi acustici. Continua la crescita di Giorgio Maggiore, crescita compositiva, migliorando ed affinando la struttura dei brani, con piccole perle che con sempre più frequenza si affacciano all'interno delle singole composizioni, i passaggi strumentali di brani come "Inno", "Rintocchi" o "Ricordi Improvvisi" ne sono ricco esempio e crescita tecnica, specialmente per quel che riguarda la parte vocale ("Radioanima" su tutto), in questo lavoro sicuramente più adeguata e meno imbarazzante che nei precedenti capitoli.
Un lavoro sicuramente buono e convincente che premia la volontà e la "caparbietà" di un musicista, un artista nel senso vero della parola, che vuole in primis esprimere se stesso, le sue idee, la sua musica e che quindi merita al minimo il rispetto dell'ascoltatore. Complimenti Giorgio, non sempre sono stato tenero con te ma questa volta tu ed il tuo Radioanima mi avete proprio convinto.

Brani suggeriti: Radioanima, Speranze Tradite, Rintocchi, Ricordi Improvvisi, Inno, In Fondo all'Anima

Salvatore Siragusa
 
tratta da musikreviews.de
Nicht dass jemand denkt, ich werde hier langsam zum Haus-und-Hof-Kritiker von GIORGIO MAGGIORE. Aber trotz anfänglich recht negativer Kritiken zu seinen Alben meinerseits, schickt er mir jedes Mal, wenn ein neues Album von ihm erscheint, ein entsprechendes Exemplar zu und verrät mir Hintergründe zu den Texten. Ein Klaus Wowereit würde dazu mit ziemlich wolllüstigem Blick sagen: "Und das ist gut so!" Jawohl, ich kann mich dieser Aussage in Bezug auf Giorgio nur anschließen. Bereits beim Betrachten der wiederum unglaublich liebevoll gestalteten Verpackung der CD, die in Form einer Mini-LP-Hülle daherkommt, erkennt man sofort in welche Richtung sich das Album bewegen wird: düstere Klänge und finstere Texte. Eine klangvolle Zeit zwischen dem Einschlafen und einem ersten Albtraum. So ähnliche Musik hat man doch erst kürzlich im Kino gehört, als es um ANTON CORBIJNS Verfilmung des Lebens und selbstmörderischen Sterbens von IAN CURTIS, dem Sänger von JOY DIVISION, ging. Und ein kleinwenig klingt "Radioanima" (Radio-Seele) wie der passende Soundtrack dazu.
Zum letzten, also dem bis dato dritten Album von Maggiore (Dentro Ai Tuoi Sogni), schrieb ich folgendes: "‚In deinen Träumen' heißt der Silberling und er beginnt ganz im Sinne dieses Titels. Ein Piano, zart, verträumt und etwas traurig, eröffnet MAGGIOREs Traum-CD. Doch plötzlich tauchen Lichtblitze in Form einer sich steigernden, immer stärker in den Vordergrund drängenden Synthesizerfläche auf, die irgendwie etwas Bedrohliches in sich trägt. So als würde man langsam einschlafen, aber während des Überganges von der Wach- in die Schlafphase nicht wissen, ob die Träume schön oder schrecklich sein werden, also Wunsch- oder Albträume. Und von diesen wechselnden Stimmungen lebt auch ‚Dentro Ai Tuoi Sogni'". Ganz unbewusst habe ich in meinem zweiten Absatz dieser Kritik wieder das Traummotiv verwendet. Aber gerade dieses Motiv drängt sich einem beim Hören von "Radioanima" (Radio Seele) penetrant auf (und verweist auch auf die deutlichen Ähnlichkeiten zu "Dentro Ai Tuoi Sogni").
Nur gibt es diesmal nicht einen Wechsel zwischen düsteren und durchaus lichteren Momenten, sondern die Grundstimmung ist traurig, etwas beklemmend und nichts für depressiv veranlagte Zeitgenossen. Liebe Freunde, der Herbst kann kommen, die dunkle Jahreszeit, der bedrückende Abschied vom Sommer – aber auch die Farbvielfalt der bunten Blätter, die Schönheit von Regentropfen, die verspielt am Fenster herabrinnen, oder die frische Luft, in der man freier atmen kann ... das alles hört man auch auf "Radioanima". Eine Radio-Seele stimmt uns erwartungsvoll auf eine besondere Zeit ein, die, ohne dem Vergangenem hinterherzuheulen, ein "Willkommen und Abschied" ist – zumindest aus Goethes Sicht. Und wo wir schon bei Goethe sind, muss ich natürlich auf ein absolutes Novum in Maggiores viertem Album hinweisen. Mit "Wie wird meine Zukunft?" gibt es erstmals einen deutschen Text von ihm zu hören – ein wenig gebrochen gesungen, aber ungeheuer reizvoll. Ganz ähnlich ging es uns doch auch, als wir von PETER GABRIEL sein "Deutsches Album" in den Händen hielten und den mitunter fast unverständlich auf Deutsch gesungenen Texten unseres ehemaligen GENESIS-Helden lauschten!?
Auch seine Texte waren zum Großteil düster, genauso wie Titel 8 von "Radioanima", wenn wir solche Worte wie "Ich habe sehr schlecht gelebt, / mit vielem und tiefem Schmerz ..." oder "Ein grausames Schicksal, / die einzige Hoffnung bleibt, / ich möchte wissen: / Wie wird meine Zukunft?" hören. Allein diese Zeilen sollten mit ein wenig Vorstellungskraft auch auf die musikalische Stimmung verweisen, die aus einer Kombination von akustischer Gitarre, elektrischem Bass, getragenem Synthi und verschiedenen Perkussions-Instrumenten besteht. Mit einer dreiteiligen, knapp zehnminütigen Symphonie (a: Elektromagnetische Stürme / b: Radio Seele / c: Isofrequenzen) beginnt das durchgängig in blauen Farben gestaltete Album. Eine getragene Synthesizerfläche, die an Streicher erinnert, eröffnet den ersten Teil, welcher von tiefem, etwas bedrohlichem Gesang abgelöst wird, der mit Piano, Gitarre und Schlagzeug unterlegt ist und eine schöne Melodie in sich trägt, um dann in einer musikalischen Kombination aus Synthesizer und Klavier zu enden. Schon hier wird dem Hörer klar, dass Maggiore eine ganz besondere Leidenschaft für seinen Synthesizer entwickelt hat, die in fast jedem Titel von "Radioanima" zum Tragen kommt. "Liberi" (Frei) klingt dann mit dem etwas theatralischen Gesang wie ein musikalischer Abschiedsbrief, in dem sarkastisch die neu gewonnene Freiheit gepriesen wird, in die sich auch einige nachdenkliche Töne einschleichen, die darauf verweisen, dass die Freiheitsfreude wohl doch nicht ganz so ehrlich gemeint ist. Und damit verlassen wir schon den fast aggressivsten Titel des Albums, der durch E-Gitarren und vordergründige Perkussionseinlagen bestimmt ist. Aufklärung zur gewonnenen Freiheit erhalten wir dann in "Speranze Tradite", den "verratenen Hoffnungen", diese werden mit einem von sanften Synthesizer-Flächen unterlegten Klavier offenbart, wobei sich eben alle Worte erübrigen, aber leider die musikalischen Motive auch erneut wiederholen. Der Schlüssel zur "La Porta" (Tür) ist wieder die von Gitarre und Schlagwerk begleitete Stimme Maggiores. Er klopft mit Melodien an und bittet um Einlass in die geheimnisvolle Welt, die sich dahinter verbirgt. Ist es ein zum Ungeziefer gewordener Gregor Samsa aus Kafkas "Verwandlung" oder die Verlockung einer schönen Frau, die dort auf uns wartet? Die Musik zumindest lässt alles offen. Drei getragenen Instrumentalstücke (Rintocchi = der Schlag / Ricordi Improvvisi = Plötzliche Erinnerungen / Inno = Hymne) bauen dann die Spannung auf eine neue Überraschung auf, die mit dem deutsch gesungenen "Wie wird meine Zukunft?" tatsächlich stehenden Fußes folgt. Allerdings konnte man unmittelbar vor der deutschen Offenbarung schon mit "Inno" Klänge vernehmen, die für Maggiore völlig neu erschienen – und an den japanischen Elektronik-Pionier TOMITA erinnerten. Leider warten dann keine weiteren Überraschungen mehr auf uns und die letzten beiden Titel wecken nur noch Erinnerungen an das ähnlich gelungene Vorgänger-Album Maggiores. Selbst "Unsterbliche Gedanken" (Pensieri Immortali) helfen mir über diesen Eindruck nicht hinweg. FAZIT: Es ist Herbst.
"Radioanima" ist das ideale Begleitalbum für diese Jahreszeit. Dunkle Klänge – aufgelockert durch wundervolle Musik-Farbtupfer!

Thoralf Koß
 
tratta da kdcobain.it
Quando una passione si insinua dentro con tanto ardore diventa un tutt'uno con noi che cresce ed evolve.
Questo è quello che è successo tra Giorgio Maggiore e la musica, un legame che va avanti da ormai quattro album e che ha iniziato insinuandosi come passione per sonorità dark/wave anni 80, trasformandosi in scenari ambient anche strumentali, ed ora evolvendosi in brani progressive rock senza dimenticare lo stile e il sound dei precedenti lavori. "Radioanima" è una sorta di ideale trasmissione di stimoli emotivi all'inconscio, una raccolta di brani che denotano una crescita stilistica non indifferente. Giorgio Maggiore non è solo un cantautore ma un ricamatore di trame sonore sempre più raffinato e intento ad una ricerca che sta dando i suoi frutti.
La traccia che dà il titolo all'album è sicuramente la più riuscita e rappresentativa ma c'è spazio anche per la strumentale "Speranze tradite" e addirittura per un brano in tedesco dal titolo "Wie Wird Meine Zukunft" che suona come un omaggio al kraut rock. "Radioanima" è un disco maturo che premia la caparbietà di un artista come Giorgio Maggiore che finalmente riesce ad imporsi con un songwriting sempre più definito.

(Nicolò)
 
tratta da audiodrome.it
l nuovo album di Giorgio Maggiore si presenta bene sin da subito, grazie al lavoro di Mauro Berchi sull’artwork.

Le caratteristiche positive rimangono le stesse: un sound preciso di chitarra, vicino ai Cure di Faith e Seventeen Seconds, capacità di creare tracce strumentali e/o ambientali sognanti ed eteree. Uno dei difetti viene temperato: Giorgio non è un cantante, ma in Radioanima la voce è quasi sempre tenuta sotto controllo e non è costretta a fare cose troppo difficili, per questo poi non si capisce l’idea – purtroppo velleitaria - di cantare addirittura in tedesco in “Wie Wird Meine Zukunft”.
Rimane il problema della sezione ritmica: come sempre l’album è suonato integralmente da Maggiore, ma l’uso delle percussioni è poco vario e non si lega bene alle parti di chitarra, tanto che a volte sembra quasi rubare loro spazio. Se aver trovato una mano esperta per la parte visiva, oltre che per il mastering, ha portato solo effetti positivi, forse smettere di essere autarchici anche nel resto lascerebbe brillare indisturbati i propri pregi.
In crescita.

(Fabrizio Garau)
 
tratta da genovatune.net
Radioanima di Giorgio Maggiore si presenta come un album piuttosto cupo sin dalla copertina. Un 'elettronica fatta di suoni lenti, molto curati e con lunghe presenze in ogni brano.
Un lavoro che puo ' sembrare ambient, grazie all 'uso smodato di tappeti, e che presenta delle piccole tracce di rock, date dall 'uso di chitarre elettriche distorte ed acustiche dall 'effetto canzone d 'autore. Radioanima, la prima traccia, è divisa in tre parti, rispettivamente Tempeste elettromagnetiche, Radioanima e Isofrequenze. Nei nove minuti di esecuzione vi si alternano le tre parti, di cui decisamente l 'ultima è la migliore, con un pianoforte in una bella melodia sorretta da accordi di violini sintetici, non invadenti. Segue Liberi, che ricalca la parte centrale del precedente brano, risultando, però, a tratti noioso, nonostante la ricchezza di percussioni e vari strumenti, restando monotono e ucciso da una voce pesantissima, che esprime testi un po ' forzati. Già dalla seconda traccia si ha una certa sensazione di pesantezza, che non vorremo sentire nelle restanti canzoni.
E difatti non è così: continuando nell 'ascolto, e soprattutto eliminando le tracce che presentano un cantato, ci troviamo davanti a pezzi degni di una colonna sonora cinematografica, da film un po ' malinconico. Tracce come Pensieri Immortali si fanno ascoltare benissimo e trascinano nei pensieri; Rintocchi ha un pizzico di spensieratezza, dovuta all 'uso della chitarra acustica; In fondo all 'anima perde purtroppo tantissimo con la voce, perchè con qualche piccolo ritocco potrebbe diventare un ottimo pezzo, in stile rock.
In definitiva, un buon lavoro per Maggiore, giunto, con questo disco, alla sua quarta produzione musicale.

(Alessio Deidda)
 
tratta da musicmap.it
Giorgio Maggiore è uno di poche parole. Lo dimostra il fatto che, delle 10 tracce presenti in questo suo nuovo album, ben 5 sono strumentali. Anzi, 5 e mezzo, perché la title track "Radioanima" è in realtà una suite composta dall'omonima canzone e da 2 brani ("Tempeste elettromagnetiche" ed "Isofrequenze"), anch'essi strumentali. Però, per essere uno di poche parole, Maggiore, quando parla, soppesa a lungo le proprie parole.
Così ne escono brandelli di pura e dura poesia: "Cosa puoi dire in mezzo a questa falsità? Nessuno cerca di trasmettere con l'anima... Ti guardi intorno, tutti pensano a se'... Detesto questa corsa al benessere, detesto questa voglia di sconfiggere...". Basterebbero queste poche righe a rendere il nuovo lavoro dell'artista milanese un'autentica rivelazione: rivelazione, sia chiaro, per chi ancora non lo conoscesse. In realtà Giorgio Maggiore ha già scritto pagine importanti, negli ultimi anni: gli album "Oasi di cemento", "I colori che cambiano" e "Dentro ai tuoi sogni", prodotti uno dopo l'altro negli ultimi 3 anni, hanno riscosso parecchio interesse, ed anche noi di Music Map non abbiamo potuto fare a meno di segnalarvi qualche tempo fa questo talento. Per tanti motivi, non ultimo che i suoi lavori sono interamente ideati, composti, realizzati, arrangiati e suonati da lui e lui solo: chitarre, basso, tastiere, batterie, percussioni e aggeggi vari, tutti gli strumenti sono farina del suo sacco.
Senza, attenzione, che questa scelta abbia tolto un grammo di completezza alle proposte: anzi, così, di certo, Maggiore è stato sicuro di essere se' stesso al 100%, di non essersi lasciato influenzare in alcun modo da chiunque. Tanto, le sue muse ispiratrici, questo artista ce le ha eccome, e lo accompagnano sempre: Cure, Xtc, Joy Division, Diaframma, Bauhaus, e chi più ne ha più ne metta. Anche se, in questo nuovo lavoro, qualche spostamento lo si nota, qualche giusta "concessione" a suoni di più recente ispirazione.
Ambient music, la si potrebbe definire, nella sua accezione più pura e meno "modaiola". Il tutto continuando a non utilizzare il computer ma soltanto un registratore multitracce digitale con un piccolo mixer. Suoni, quindi, scarsi e datati? Tutt'altro, provare per credere. La favola di Giorgio Maggiore continua, quindi. Meglio così.

(Andrea Rossi)
 
tratta da thesilentballet.com
Giorgio Maggiore is somewhat of a music veteran, having devoted almost thirty years of his life to it in long-forgotten Italian bands like the awkwardly named Butterflies Collectors and The Fulls.
His latest album under his own guise is a sedate if flighty affair, taking influence from a multitude of eighties art-rock stalwarts and ambient outsiders without sounding specifically like anyone in particular. Instrumentally it’s flawless, awash with spidery guitars, abstract drums and swathes of nostalgic synth, all played by the Milan-dwelling Nick Mason lookalike himself. Maggiore’s voice, however, is not the most versatile medium in the world. His monotonous and over wordy tones hamper proceedings somewhat, which is a shame as all of his instrumental pieces are beautifully composed and played. Here‘s where we single out individual tracks for praise: “Recordi Improvissi” is a particularly moving piano piece, its minor chord progression and downcast synth combining to powerful effect. The title track itself is a labyrinthine excursion presented in three parts, the first a stirring wash that bizarrely brings to mind both Eluvium and Pink Floyd. The second section is a bleaker affair, coming across like operatic prog, while the final part plays Maggiore’s strongest card: He is an impeccable and intuitive pianist. His uses this gift to its full potential on immaculate album closer “Pensieri Immortali”.
Elsewhere, “Rintocchi” stands out as a truly wonderful song, defined by its simplicity. Alas, here’s where we pour scorn on an artist’s hard work with one swipe of our poison-tipped pens: with six of the ten tracks galloping needlessly past the five minute mark, a little editing would have served the release well. “In Fondo All’Anima” in particular would be a charming three minute oddity, yet outstays its welcome by lasting twice that. For reasons known only to the author, the album’s least pleasant track “Wie Wird Meine Zukunft?” has an unholy running time of 7:38, which is seven and a half minutes too long by anyone’s watch. And the less said about the banal and out-of-place “Liberi” the better. But these blips aside, all of the ingredients are there for Giorgio Maggiore to release a work of wonder in the future. There’s something refreshingly genuine and likeable about the man. One visit to his Myspace confirms that he is a relentlessly upbeat individual, his passion for his craft as undeniable as it is charming. Radioanima is a frustrating listen because one hoped that this irrefutable charm would permeate throughout the recording, yet this can only be said to be true for half of its songs. Giorgio’s fellow Italian Leonardo da Vinci once famously said: “Simplicity is the ultimate sophistication”.
And it’s when his music is at its simplest, free of unnecessary clutter, that Maggiore’s talent shines the most.

Peter Brennan
 
tratta da rock-impressions.com
I nostri lettori più attenti forse hanno già incontrato il nome di Giorgio Maggiore, un musicista milanese con una lunga storia alle spalle e quattro album solisti con questo Radio Anima.
Nella musica di Giorgio c’è la tutta la sua voglia di portare avanti con passione e tenacia l’amore per quest’arte contro tutte le difficoltà e questo è proprio il messaggio nascosto nel testo della canzone che da il titolo al disco. Il primo brano è proprio “Radioanima”, una suite composta di tre parti, che presenta le qualità compositive di Giorgio, un artista che cerca di evitare le banalità e le soluzioni facili, in favore di una introspezione che sulla lunga distanza ripaga l’ascoltatore attento. Il testo è critico e moderatamente caustico e trovo anche molto autobiografico. La musica è piuttosto psichedelica, con echi di Smiths e Pink Floyd. Dolcissima la parte finale di pianoforte. Molto sixties è il giro di chitarra di “Liberi”, che ricorda certo beat anche nel cantato. “Speranze Tradite” è una ballata strumentale per pianoforte, dove Maggiore mostra il suo lato più romantico e intimista, sicuramente piacevole. “La Porta” prosegue nel cammino di approfondimento introspettivo di Maggiore, ma colpisce meno dei precedenti. Molto bello il giro acustico di chitarra che domina la strumentale “Rintocchi”.
“Ricordi Improvvisi” è la seconda ballata per pianoforte e devo dire che Giorgio è davvero bravo a costruire delle armonie con questo strumento, forse a qualcuno potrebbe risultare un po’ troppo malinconico, ma a me piace così. “Inno” ci porta in territori ai limiti dello space rock, con riferimenti che riportano a Klaus Schulze e alla musica sacra. Nell’ottavo brano a sorpresa Maggiore si esibisce in tedesco, una scelta sicuramente coraggiosa e che ancora una volta ci ricorda certo krautrock settantiano. “In Fondo all’Anima” è un brano un po’ alla Julian Cope, che come suggerisce il titolo va ancora più in profondità.
La conclusiva “Pensieri Immortali” è un’ultima ballata per pianoforte e ci congeda in punta di piedi da questo nuovo lavoro di Maggiore. Radioanima è senza dubbio il disco più riuscito di Giorgio, sotto tutti gli aspetti, certo ci sono ancora spazi per migliorare qualcosa, la voce ad esempio si è affinata, ma non è il punto forte del nostro. L’incisione è buona, bisogna tenere a mente che Giorgio, come sempre, ha fatto tutto da solo e senza l’aiuto del computer e questo non è un pregio da poco.
Ma in fondo Radioanima è un disco che piace per la sua onestà, un disco dettato dalla passione e che solo un vero appassionato di musica può capire fino in fondo.

GB
 
tratta da whisperinandhollerin.com
GIORGIO MAGGIORE’s fourth album is the follow-up full-length ‘soundscape’ project to Radioanima’s predecessor ‘’Dentro Ai Tuoi Sogni’, the record that signified a change of direction for the Italian chill-out maestro However highly stylised that sounds, the diversity of this record from track to track emphasises that this is a shift in perspective rather than an unswerving devotion to any particular one ‘sound’.
Eccentricity prevails and despite the ambient tempo, thoughts are given the go-ahead to run riot. Rattling pop pours forth low-key following epic beginnings as the opening nine-minutes-and-some long tune fades and the second track throws my three minute attention span an odd and endearing lifeline. ‘Liberi’ takes shape under jangling shards of scratchy distortion to emerge as the record’s only real pop song, and a gem of one at that. But on the whole, ‘Radioanima’s instrumental heart betrays clear Maggiore’s fascination with the abstract. Reactions throw up a multitude of feelings as the head and the heart are increasingly engaged. ‘Speranze Tradite’ and ‘In Fondo All’Anima’ are almost cinematic; piano-led, half-classical and completely given over to the introspective. Huge arrangements with ambient wide open spaces allow for the unique in each listener, along with the chance to paint along with this effective backdrop for Maggiore’s preoccupation with the ‘bigger picture’.
Deliciously dramatic, the slow twang of ‘La Porta’ offers a visionary impression of the view from a window, with Maggiore’s whispered but strong vocals locked in a constant exploration of the boundless possibilities of space and time. ‘Inno’ fairly Moogs out of this dreamy ambience to take shape somewhere deep within the midst of wherever your thoughts might have taken you. It’s minimalist and synth-distinctive, but thanks to a random pulse it’s no less of a drifting catalyst for your thoughts and dreams, mama. My attention was gently handed from one misty chain of thought to the next, with the process of distraction taking on spell-like qualities.
Maggiore weaves an ever-changing series of tapestries as he swaps the keys and percussion for guitars, only to achieve the same effect time and again. This ensures a complex emotional reaction that you will welcome with open arms (you could even call it a ‘voyage of self-discovery’ without sounding like a bit of a tosser, honest!).
It’s that good. Fragile slow-burning distortion and bongos thick with reverb signalled a sonic freefall in slow motion (‘Wie Wird Meine Zukunft’), whilst the endlessly repetitive finale offered pure, pure scope for contemplation. ‘Radioanima’ is a far-sided record that strives for peripheral vision whilst demonstratng Maggiore’s uncanny feel for the subconscious. Totally engaging rather than instantly appealing, ‘Radioanima’ is a sparkling effort - Maggiore has delivered a straight-up deep-chill masterclass with his fourth full length release.
 
tratta da Rockerilla n.339 15 nov./15 dic. 2008 (a cura di Massimo Marchini)
L'opera di Giorgio è un atto di amore intenso verso la musica.
Come un quadro dipinto da un colto gallerista. Quindi se da un lato si avverte questa sorta di distacco, dall'altro la medesima artigianalità con cui questo album - senz'altro il migliore lavoro di Giorgio – è stato confezionato è la cosa che più affascina. Se magari la voce qua e là risulta qualche volta un po' debole, in Radioanima ascoltiamo un florilegio di idee che attingono a gusti piuttosto radicati nel territorio italiano e senz'altro raffinati ed inconsueti. Quindi troviamo atmosfere decisamente attinenti al progressive italiano (qualcosa di indefinibile mi ricorda la Reale Accademia di Musica ed il Banco del Mutuo Soccorso), all'elettronica più raffinata 80s, al Krautrock, alla new wave fine '70. LIBERI dal sapore beat, leggermente venato di psichedelia.
SPERANZE TRADITE, delicato strumentale per pianoforte e mellotron, riporta alle atmosfere Italian Prog dell'overture dell'album, RADIOANIMA. RINTOCCHI, tra le tracce migliori dell'album, un altro strumentale per chitarra acustica ed archi, ancora una volta cosi' Seventies... ricorda un po' Orchid dei Black Sabbath ancora creativi.Anche i testi sono intelligenti ed interessante la scelta di cantare in italiano.
Un disco veramente diverso ed originale, romantico, che piace subito al primo ascolto. Pur continuando a suonare tutto da solo, credo che con l'aiuto di un produttore dalla mente aperta, Giorgio abbia le rare potenzialità per un album memorabile di musica italiana contemporanea.
 
tratta da rockambula.com
Quattro produzioni in quattro anni per Giorgio Maggiore. Sancite con l'ultimo lavoro, Radioanima. Un disco che coinvolge e trascina verso atmosfere eleganti e sequenziali. Peccato però che ci siano tratti non ben arrangiati e la voce non sia quella di un vero singer. D'altronde, il nostro, crea un lavoro da one man band, facendo tutto da solo il che non sempre paga. Soprattutto nella sequenzialità, troppo ripetitiva al punto che a volte, si vanificano anche i buoni spunti iniziali. Un elemento che si riscontra nei brani strumentali dove nonostante l'inserimento massiccio di basi il risultato spesso non cambia. Insomma non si riesce a percepire la vera identità della singola traccia e tutto resta si elegante, ma troppo statico.
Qualcosa cambia quando vengono inserite le parole. Come nel singolo, per la verità diviso in tre parti, Radioanima, degno di ascolto. Qui, in un connubio di pianoforte, chitarra, effetti e batteria si inseriscono le parole che descrivono nettamente uno spaccato della nostra società. Un affresco dove tutto è finto e nessuno "trasmette" all'altro quello che ha nella propria anima. Tutto è diventato apparenza, e tutti vogliono sconfiggere e pensare al proprio individuale benessere, pur vivendo insieme. Un mondo dove la falsità è così totale che nessuno può farci niente.
Insomma, un universo orwelliano che nelle poche ed essenziali parole di Maggiore ci appare in tutta la sua schiacciante attualità. Gocce di poesia che fanno aumentare di molto la qualità dell'intero lavoro.

Federico Cifani
 
tratta da entrateparallele.it
Continua il cammino del polistrumentista Giorgio Maggiore, arrivato alla sua quarta fatica. Ogni volta viene aggiunto un tassello in più alle note di questo “solo” project. Aumentano i pezzi meramente strumentali, mantenendo in alcuni brani la parte vocale, che rimane l’unico neo del disco.
Una musica sempre gentile, discreta, dai contorni delicati e dal tepore primaverile. Una carezza ad una persona che si ama e che si vuole proteggere, una magia che nasce dal solo sfiorare la pelle e percepirne il calore. In quel sorriso, in quel lieve movimento di consenso si rispecchia l’immagine di "Radioanima". E' doveroso un richiamo ad Ennio Morricone, alle sue atmosfere e a quelle influenze dark già espresse nei precedenti project. Quello che di certo non manca è la passione, un amore profondo per la musica e per alcuni valori. Nasce una riflessione profonda sul valore dell’anima e dei sentimenti ed un invito a guardare più a quelli che alle esigenze più superficiali. In questo Giorgio Maggiore riesce e gli diamo di certo merito, perché chi tratta un genere così in un modo riservato e gentile non lo fa per motivazioni commerciali o di denaro. Con questo non vogliamo oscurare il valore tecnico, che è alto e carico di passione compositiva. Forse ad essere un po’ debole è il comparto ritmico, che manca di profondità ma è comunque contestualizzato all'interno di queste atmosfere.
Tanti complimenti e avanti così. Una semplicità nei gesti che sa essere proprio per questo genuina e sincera.
 
tratta da gutsofdarkness.com
Avec son dernier album en date, Girogio Maggiore questionne le thème de la communication: à une époque où mobiles, ordinateurs et mondialisation sont des concepts-rois, reste-t-il une place pour les relations humaines, la réflexion ? 'Radioanima' reprend les directions pop progressives de son prédécesseur mais avec ne touche plus grise. C'est ainsi que le morceau éponyme ouvre le disque en se fractionnant en trois volets, une intro instrumentale plutôt triste, la chanson elle-même, brumeuse et baignée de mélancolie, et un final ambient.
La suite se divise en alternances de pièces purement instrumentales, généralement calmes et planantes, et d'autres chantées. Une fois encore, Giorgio n'a pas cherché la facilité puisqu'il n'hésite pas à proposer jusqu'à trois instrumentaux de suite ('Rintocchi', 'Ricordi improvisi' et 'Inno'); qui plus est, 'Radioanima' est un disque construit principalement sur le clavier; les rythmes sont absents sauf sur certaines pièces où intervient la voix ('Wie wird meine Zukunft ?', 'La porta'). La guitare ajoute une touche folk ou chanson ('In fondo all'anima', 'La porta'), cette dernière constatation se précisant vu l'évolution du chant de Giorgio qui, s'il ne diffère pas fondamentalement des précédents disques, s'est néanmoins enrichi d'une légère touche grave. 'Radioanima' est un travail relaxant, riche, faussement pop et qui requiert une écoute concentrée; ses nuances se déclinent dans des gammes de bleu et de gris, quelque chose d'un peu froid et mélancolique mais beau, à l'image de la pochette.
(lundi 15 décembre 2008)